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IL CENTRO D'ASCOLTO

Chi apre la porta di una scuola, chiude una prigionedi Victor Hugo forse racchiude il senso con il quale ho sempre vissuto il progetto del Centro di Ascolto nel Quartiere San Valentino di Cisterna di Latina  che nasce  come un vero e proprio strumento  di lotta alle tossicodipendenze, ma che con il passar del tempo ha assunto  le sembianze di un centro di prevenzione alla marginalità e devianza minorile per minori, alcuni dei quali “difficili”,  con uno scopo più ampio rispetto a quello iniziale.

Esso non può essere paragonato ad una scuola, ma le attività svolte al suo interno hanno sempre avuto  un alto valore educativo e  sono state  studiate in modo che gli utenti  vivessero quel luogo come una seconda casa e  le figure professionali lì presenti come  un  loro  importante punto di riferimento. L’arte e lo sport sono i mezzi  che abbiamo utilizzato per raggiungerli e per trasmettergli  l’importanza delle regole e dell’impegno quotidiano per ottenere risultati e successi; i giochi e i tornei di squadra sono stati gli strumenti per abituarli all’importanza del saper interagire  e  del rispettarsi l’un  l’altro.

Lo spazio e il tempo dedicato allo svolgimento dei  compiti  ha permesso di aiutare quelli che avevano difficoltà a scuola ; evitando  la bocciatura di alcuni e contribuendo a ridurre l’abbandono scolastico ,grande piaga di quel quartiere.

I laboratori di cinema e teatro e le gite organizzate con i più grandi  gli hanno infine permesso di vivere esperienze molto lontane dalle proprie realtà e conoscere mondi che forse non avrebbero mai incontrato. Un luogo e un progetto che hanno sicuramente arricchito i tantissimi ragazzi che negli anni si sono susseguiti nel centro ma soprattutto me.

Coordinare uno staff che doveva affrontare un lavoro molto impegnativo e delicato, interfacciarmi con i responsabili dei Servizi Sociali dei Comuni, Presidi e insegnanti delle scuole del quartiere e medici e operatori del Centro di Neuropsichiatria Infantile e con  il Tribunale dei minori quando è stato necessario è stato un grosso valore aggiunto  per la mia formazione e per il mio ruolo di project work .

Alcuni dei nostri progetti :

LIBRI IN QUARTIERE & 167 MODI DI DIRE COLORE

Con “Libri in Quartiere” particolare azione del bando “Io leggo” della Regione Lazio realizzato  per promuovere il libro e la letteratura attraverso la biblioteca come strumento di inclusione sociale  la Biblioteca Comunale arriva e  prende  vita nel quartiere San Valentino per un’intera settimana grazie ad una serie di eventi: reading, giochi, danza, musica, sport, writing, incontri con autori e artisti di strada organizzati da Il Ponte Onlus.

Tra le attività previste nel progetto un peso particolare è stato dato all’inaugurazione dell’opera di decoro urbano ”167 modi di dire colore”; un murales di 700mq nato per ridare colore e vita ad un ponte per anni in stato di abbandono  e oggetto di un precedente progetto dell’associazione Il Ponte Onlus in collaborazione con l’Hawana Family.

Progetti  che si intersecano e si arricchiscono a vicenda in un quartiere dove la cultura dovrebbe avere  un ruolo determinante.

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BE A M U S E

LA BELLEZZA STA NEGLI OCCHI DI CHI GUARDA

Be a Muse è un percorso di sguardi, prima ancora che un progetto sull’identità.  

E’ un progetto fotografico che vuole fare riflettere sull’identità nel mondo di oggi; un mondo connesso e feroce, dove i social,  non fanno sconti e l’immagine che ciascuno offre di sè rischia di coincidere con la propria identità.

Un progetto fotografico nel quale sei ragazzi con i quali esiste un legame sincero e profondo, hanno accettato la sfida di diventare Muse e di vivere e interpretare due luoghi da noi identificati una biblioteca e una chiesa sconsacrata per darci alla fine la possibilità di  selezionare ventitré fotografie di giovani che sorridono e pensano, partecipano e non cedono all’ingannevole scorciatoia dell’oblio sociale.

Alessandro Comandini Medico Oncologo, giornalista pubblicista, è autore di numerose pubblicazioni scientifiche internazionali.

Inizia presto a fotografare e dal 2013 è socio fondatore dell’Associazione Culturale Fotografica” 100 ASA”

Nadia è una persona che ha sempre messo gli altri al primo posto.

Lo ha fatto come direttore del “Centro Servizi Didattici "Panta Rei” e  nelle attività dell’associazione di volontariato “Il Ponte Onlus”, di cui è il presidente ed il cuore.

Nadia Biscossi è una persona prima di ogni cosa capace di comunicare con tutti, ad ogni livello, ma soprattutto con i più deboli, con i ragazzi “difficili”, meno fortunati, quelli che hanno bisogno di una mano, di una direzione da seguire o un sogno da inseguire. Lo fa mettendosi sullo stesso piano dei suoi interlocutori, senza giudicare, ma anche senza perdere mai la sua autorevolezza.

Lei ama definire il suo metodo come ispirato alla Maieutica Socratica, ma dal mio punto di vista Nadia va oltre, aprendo canali di comunicazione, anche non verbale, che ne fanno naturalmente il centro di un network di energia e progettualità.

Nadia non si ferma, non si ferma davanti alle difficoltà, agli ostacoli, alla burocrazia e non si ferma sugli allori dei successi raggiunti. Per questo adesso, dopo un periodo di riflessione, dopo aver lasciato il Centro Panta Rei ai suoi ragazzi, è in cerca di nuove opportunità, di nuove sfide con cui confrontarsi.

Fortunati coloro che la incontreranno.

Alessandro Comandini

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